Quali saranno le differenze tra il nuovo RoboCop di Josè Padilha ed il primo realizzato nel 1987 da Paul Verhoeven? A spiegare gli aspetti principali del reboot è stato lo stesso regista che ha confermato che la pellicola è ambientata nel futuro, precisamente nel 2026: “E’ un’era particolare, dove le guerre vengono combattute dai robot. Queste macchine, però, non hanno coscienza e dunque non possono essere utilizzate all’interno delle città come forza di polizia. Ecco perché il nostro RoboCop è metà robot e metà umano. Nel film di Paul Verhoeven il protagonista, dopo la sua morte, rivive in modo indiretto in un robot. Il nostro no, lui sa bene di trovarsi all’interno di un robot, deve vivere con questo ed accettare il fatto. Inoltre la sua storia coinvolgerà anche altri paesi interessati al caso. Da notare che ha le mani di un umano, proprio perché la compagnia che lo ha realizzato vuole far passare il messaggio che si tratta di un uomo che sfrutta una macchina”.